I dolci della cucina giapponese
Decisamente caratteristica, la pasticceria giapponese si contraddistingue per la grandissima attenzione data in primis alla cura dell’aspetto e alla presentazione per quanto riguarda il lato estetico ma anche per l’uso moderato dello zucchero per quanto riguarda gli ingredienti da usare.
Molti dolci appartengono alla tradizione giapponese da secoli e vengono creati attraverso preparazioni davvero curiose, capaci di offrire al palato dei sapori, degli accostamenti e delle consistenze per noi quasi del tutto sconosciute. Usare poco zucchero infatti rende la maggior parte delle pietanze moderatamente dolci; di solito servite in mono porzioni, a ciascuna di esse è data una cura e un’attenzione quasi maniacale
I dessert tipici: Castella e Chinsuko
Dalla forma rettangolare e dalla lunghezza di ventisette centimetri a base di farina, uovo, zucchero e sciroppo di amido: ecco il Castella, un dolce che secondo la tradizione sarebbe stato importato dai mercanti portoghesi a Nagasaki nel lontano XVI secolo. Semplice e gustoso fa ormai parte della tradizione nipponica. Altro dolce che risale alla notte dei tempi è il Chinsuko: un biscottino di Okinawa che si sposa alla perfezione con un buon tè caldo. Composto da farina, zucchero e strutto viene cotto per pochi minuti in forno. Ne esistono due varianti, una con l’aggiunta di matcha ed una con i semi di sesamo tostati.
Ma uno dei dolci che più rappresentano il Giappone è il Doroyaki: due morbidi pancake farciti con anko, una pasta dolce di fagioli azuki. Secondo la tradizione risale al gong di un samurai e, grazie ad una storica pasticceria di Tokyo, dal 1914 questo dolce dovrebbe comporsi di due strati.
Mochi, un dolce per ogni occasione
Originariamente preparato per festeggiare il capodanno, con il passare degli anni è diventato un dolce per tutte le occasioni e per tutte le stagioni. La sua preparazione prevede che il riso, una volta bollito, venga pestato nel mortaio per poi formare delle piccole polpette da guarnire con molteplici varianti tra cui fagioli rossi (batamochi), foglie di ciliegio marinate (sakuramochi).
Esiste poi la sua versione più ricca, con il daikafuit: in questo caso il ripieno prevede l’anko e la decorazione dei pezzi frutta con amido di masi e zucchero a velo. Se amate la frutta a pezzi, la potrete trovare assaggiando l’anmitsu, che di solito viene preparato con ananas, pesca e ciliegie amalgamate con la gelatina agar e del succo di mela, il tutto insaporito da una preparazione di fagioli azuki.